giovedì 22 marzo 2012
oggi faccio il bis: Mons. Bregantini "il lavoratore non è merce"
Condivido così tanto quello che ha detto a Famiglia Cristiana il Vescovo Giancarlo Bregantini che voglio riportarla per intero.
Caro Bersani ti scrivo...
Caro Bersani,
quello che è successo in questi mesi denota un grande senso di responsabilità dal parte del PD, ma ci sono alcuni fatti che è impossibile non collegare.
1) il Governo Monti ha subito il veto del PDL sulla patrimoniale a " chi può dare" e non l'ha fatta, ma ha fatto una riforma delle pensioni che sicuramente riequilibra i conti, ma costringe a stare più tempo "in servizio" con conseguente difficoltà dei giovani ad entrare nel mondo del lavoro
2) il Governo Monti sta per varare una riforma che modifica (senza necessità) un diritto sancito dall'Art 18 dello Statuto dei lavoratori adducendo come motivazioni (tra le tante) che questo aiuterebbe gli investimenti stranieri in Italia: cosa palesemente infondata quando le motivazioni sono altre, come il sistema lento delle procedure burocratice e civilistiche e (aimè) la "mafia".
Ormai è del tutto evidente, deducendol dai comportamenti e non dalle parole, che chi difende LO STATO SOCIALE E LA DIGNITA' DEL LAVORO o è Cattolico o è Comunista.
Ho molto apprezzato le Parole di Rosi Bindi all'ultimo Ballarò e la sua intevista al quotidiano l'Unità di oggi.
Ho molto apprezzato le Parole di Rosi Bindi all'ultimo Ballarò e la sua intevista al quotidiano l'Unità di oggi.
Ma ho anche molto apprezzato le Sue di parole a Porta a Porta.
Lì Lei ha dimostrato di avere le "quid", ma milioni di persone aspettano di verificare se Lei dalle parole passerà ai fatti....in Parlamento.
Lì Lei ha dimostrato di avere le "quid", ma milioni di persone aspettano di verificare se Lei dalle parole passerà ai fatti....in Parlamento.
Lo speriamo in moltissimi.
Poi ognuno si assumerà la responsabilità dei comportamenti, ma questa vicenda non sarà dimenticata dalla gente comune sia che facciate una scelta, sia che facciate la scelta contraria.
Poi ognuno si assumerà la responsabilità dei comportamenti, ma questa vicenda non sarà dimenticata dalla gente comune sia che facciate una scelta, sia che facciate la scelta contraria.
"Nel tutelare le ragioni dei privati, si deve avere un riguardo speciale ai deboli e ai poveri. Il ceto dei ricchi, forte per sé stesso, abbisogna meno della pubblica difesa; le misere plebi, che mancano di sostegno proprio, hanno speciale necessità di trovarlo nel patrocinio dello Stato. Perciò agli operai, che sono nel numero dei deboli e dei bisognosi, lo Stato deve di preferenza rivolgere le cure e le provvidenze su" (Papa Leone XIII, Enciclica "Rerum Novarum", n.29)
e ancora dalla dall'Enciclica "Laborem exercens" di Papa Giovanni Paolo II.
Di fronte
all'odierna realtà, nella cui struttura si trovano così profondamente inscritti
tanti conflitti causati dall'uomo, e nella quale i mezzi tecnici - frutto del
lavoro umano - giocano un ruolo primario (si pensi qui anche alla prospettiva
di un cataclisma mondiale nell'eventualità di una guerra nucleare dalle
possibilità distruttive quasi inimmaginabili), si deve prima di tutto ricordare
un principio sempre insegnato dalla Chiesa. Questo è il principio della
priorità del «lavoro» nei confronti del «capitale». Questo principio
riguarda direttamente il processo stesso di produzione, in rapporto al quale il
lavoro è sempre una causa efficiente primaria, mentre il «capitale»,
essendo l'insieme dei mezzi di produzione, rimane solo uno strumento o
la causa strumentale. Questo principio è verità evidente che risulta da tutta
l'esperienza storica dell'uomo.
Quando nel primo
capitolo della Bibbia sentiamo che l'uomo deve soggiogare la terra, noi
sappiamo che queste parole si riferiscono a tutte le risorse, che il mondo
visibile racchiude in sé, messe a disposizione dell'uomo. Tuttavia, tali
risorse non possono servire all'uomo se non mediante il lavoro. Col
lavoro rimane pure legato sin dall'inizio il problema della proprietà: infatti,
per far servire a sé e agli altri le risorse nascoste nella natura, l'uomo ha
come unico mezzo il suo lavoro. E per poter far fruttificare queste risorse per
il tramite del suo lavoro, l'uomo si appropria di piccole parti delle diverse
ricchezze della natura: del sottosuolo, del mare, della terra, dello spazio. Di
tutto questo egli si appropria facendone il suo banco di lavoro. Se ne
appropria mediante il lavoro e per un ulteriore lavoro.
Lo stesso
principio si applica alle fasi successive di questo processo, nel quale la
prima fase rimane sempre la relazione dell'uomo con le risorse e con le
ricchezze della natura. Tutto lo sforzo conoscitivo, tendente a scoprire
queste ricchezze, a individuare le varie possibilità della loro utilizzazione
da parte dell'uomo e per l'uomo, ci rende consapevoli che tutto ciò che
nell'intera opera di produzione economica proviene dall'uomo, sia il lavoro
come pure l'insieme dei mezzi di produzione e la tecnica collegata con essi
(cioè la capacità di adoperare questi mezzi nel lavoro), suppone queste
ricchezze e risorse del mondo visibile, che l'uomo trova, ma non crea.
Egli le trova, in un certo senso, già pronte, preparate per la scoperta
conoscitiva e per la corretta utilizzazione nel processo produttivo. In ogni
fase dello sviluppo del suo lavoro, l'uomo si trova di fronte al fatto della
principale donazione da parte della «natura», e cioè in definitiva da
parte del Creatore. All'inizio del lavoro umano sta il mistero della
creazione. Questa affermazione, già indicata come punto di partenza,
costituisce il filo conduttore di questo documento, e verrà sviluppata
ulteriormente nell'ultima parte delle presenti riflessioni.
La successiva
considerazione dello stesso problema deve confermarci nella convinzione circa la
priorità del lavoro umano in rapporto a ciò che, col passar del tempo, si è
abituati a chiamare «capitale». Se infatti nell'àmbito di quest'ultimo
concetto rientrano, oltre che le risorse della natura messe a disposizione
dell'uomo, anche quell'insieme di mezzi, mediante i quali l'uomo se ne
appropria, trasformandole a misura delle sue necessità (e in questo modo, in
qualche senso, «umanizzandole»), allora già qui si deve costatare che quell'insieme
di mezzi è frutto del patrimonio storico del lavoro umano. Tutti i mezzi di
produzione, dai più primitivi fino a quelli ultramoderni, è l'uomo che li ha
gradualmente elaborati: l'esperienza e l'intelletto dell'uomo. In questo modo
sono sorti non solo gli strumenti più semplici che servono alla coltivazione
della terra, ma anche - con un adeguato progresso della scienza e della tecnica
- quelli più moderni e complessi: le macchine, le fabbriche, i laboratori e i
computers. Così, tutto ciò che serve al lavoro, tutto ciò che
costituisce - allo stato odierno della tecnica - il suo «strumento» sempre più
perfezionato, è frutto del lavoro.
Questo gigantesco
e potente strumento - l'insieme dei mezzi di produzione, che sono considerati,
in un certo senso, come sinonimo di «capitale» -, è nato dal lavoro e porta su
di sé i segni del lavoro umano. Al presente grado di avanzamento della tecnica,
l'uomo, che è il soggetto del lavoro, volendo servirsi di quest'insieme di
moderni strumenti, ossia dei mezzi di produzione, deve prima assimilare sul
piano della conoscenza il frutto del lavoro degli uomini che hanno scoperto
quegli strumenti, che li hanno programmati, costruiti e perfezionati, e che
continuano a farlo. La capacità di lavoro - cioè di partecipazione
efficiente al moderno processo di produzione - esige una preparazione sempre
maggiore e, prima di tutto, un'adeguata istruzione. Resta chiaro
ovviamente che ogni uomo, che partecipa al processo di produzione, anche nel
caso che esegua solo quel tipo di lavoro, per il quale non sono necessari una
particolare istruzione e speciali qualificazioni, è tuttavia in questo processo
di produzione il vero soggetto efficiente, mentre l'insieme degli strumenti,
anche il più perfetto in se stesso, è solo ed esclusivamente strumento
subordinato al lavoro dell'uomo.
Questa verità,
che appartiene al patrimonio stabile della dottrina della Chiesa, deve esser
sempre sottolineata in relazione al problema del sistema di lavoro, ed anche di
tutto il sistema socio-economico. Bisogna sottolineare e mettere in risalto il
primato dell'uomo nel processo di produzione, il primato dell'uomo di fronte
alle cose. Tutto ciò che è contenuto nel concetto di «capitale» - in senso
ristretto - è solamente un insieme di cose. L'uomo come soggetto del lavoro, ed
indipendentemente dal lavoro che compie, l'uomo, egli solo, è una persona.
Questa verità contiene in sé conseguenze importanti e decisive.
domenica 18 marzo 2012
Cari professori Monti e Fornero, la riforma del lavoro non è un compito in classe.
Quando ieri sera ho ascoltato le parole pronunciate da Presidente del Consiglio Mario Monti, il quale esponeva il proprio pensiero davanti ad una platea di industriali riuniti a Milano da Emma Marcegaglia, ho avuto un sussulto.
Le parole, rivolte alla parti sociali, "ognuno deve cedere qualcosa rispetto al legittimo interesse di parte" e, prima di queste affermazioni, "la prossima settimana vedrà la chiusura dell'accordo sulla riforma del lavoro(...)".
Ormai siamo della fase della "illogica ideologia post moderna".
Le ideologie sono tutte cadute tra sofferenze e stragi, ma ciò che rimane assume connotazioni di "ciò che resta è per forza giusto" e, senza divise ideologiche, afferma con forza spropositata che le ricette (ed i farmaci) prescritti da chi si arroga il diritto di dettare le leggi (economiche) in Europa sono le uniche possibili.
Sembrano quasi, sia Monti che Fornero, professori che abbiano stabilito un compito in classe di matematica sui sistemi di numerazione e, senza ammetterlo, il compito verterà sul sistema decimale dimenticando che ne esistono svariati altri quali il binario, sessadecimale via di seguito.
Ma aldilà di questa disquisizione ciò che mi preme è che l'atteggiamento è esattamente quello del compito da fare del quale si può condividere all'assoluta urgenza, ma non l'imposizione dei tempi e dei contenuti.
Dire che martedì si chiude è un atto che nulla ha che vedere con la "moderazione tecnica" ma molto con "l'arroganza tecnica".
Putroppo il "professore precedente" era Silvio Berlusconi: più propenso a tagliare corto sui problemi della crisi in atto da almeno tre anni e quindi grazie a lui, che affermava che la crisi non esisteva, siamo in questo disastro.
Non solo siamo vittime di tempi tiranni imposti da un Europa che ragiona solo sulla carta e sulla Borsa, ma anche di un'idelogia, ancora ben radicata, che suddivide tra chi è conservatore e chi è riformista.
Il conservatore è un retrorado che non vuole la modernità e quindi la crescita, il riformatore colui che vuole la modernità e quindi lavora per la crescita.
Possibile che non si ragioni sui contenuti?
Su ciò che si vuole conservare e ciò che si vuole demolire per far posto a "qualcosa d'altro" di cui non si conoscono gli effetti reali?
Un piccolissimo ragionamento.
Il sistema delle flassibilità contrattuali introdotte da povero Enzo Biagi dovevano essere il toccasana per il mondo del lavoro. Lo dicevano in tanti, ma altrettanti avvertivano che sarebbe stata la "precarizzazione" del sitema lavoro ed i giovani non avrebbero potuto contare su un futuro.
Ora anche i suoi sostenitori ammettono (quasi tutti) che c'è un'eccessiva precarizzazione. Non ostante questo si continua a spingere in una direzione nella quale l'economia conta di più della coesione sociale e delle relazioni tra persone.
L'deale sembra essere che la chiesa "mercato" sia sempre contenta, il minstro "Borsa" sia sempre in attivo, il rito "lavoro" anche di Domenica così ciò che un tempo si chiamava famiglia in futuro potrà chiamarsi
"aggrezione di soggetti umani con interessi in comune".
venerdì 16 marzo 2012
Operai FIAT & Operai Volkswagen
Ho lavorato 19 anni nel gruppo FIAT, fino al 1999.
Questa intervista "stile jene"
ad un operaia FIAT ed ad un operaio Volkswagen è da ascoltare...
poi quando l'avete ascoltata una volta, rifatelo
giovedì 15 marzo 2012
venerdì 9 marzo 2012
Il Tempo - Politica - Tutti sobri ma vogliono darcela a bere di Mario Sechi
Il Tempo - Politica - Tutti sobri ma vogliono darcela a bere
Questo editoriale mi trova così in sintonia che lo ripubblico
Questo editoriale mi trova così in sintonia che lo ripubblico
domenica 4 marzo 2012
La Tavola della Politica: Alfano cannibale, Bersani a dieta, Casini cameriere, Bossi mangiasigari
Il titolo è scherzoso: l'argomento no.
Le molte dichiarazioni dei politici mainstream di questi giorni mi suggeriscono alcune considerazioni lampo.
Berlusconi confida che il segretario ideale (Alfano) dovrebbe essere un cannibale : "Angelino se li mangia tutti a colazione, pranzo e cena" e aggiunge una sua disponibilità alla Presidenza della Repubblica esito di una "grande coalizione". Inaugura così il sincretismo politico ad personam.
Bersani afferma che all'inizio Monti ha fatto quello che era urgente fare per salvare l'Italia.
Ora bisognerebbe riflettere sulle nuove misuare da adottare. Monti però replica a tutti che il governo governarà con o senza accordi con la Società Civile...vedi Mercato del Lavoro e Alta Velocità-NoTAV.
Casini afferma la sua totale accondiscendenza a quello che fa e farà Monti. Si consiglia una super decreto egualitario per cui se uno si chiama Casini non possa più parlare in pubblico...poi si attenda la replica in publico di Casini.
Bossi ha dei problemi...nella Lega o di salute. Non sappiamo: in fondo è un anziano signore che fino a ieri governava, ora è un movimentista arrabbiato.
Berlusconi si rivergina col solito marketing creativo: cambio nome al Partito.
La sua è la politica del dentrificio sempre più nuovo: non è importante che funzioni, basta che sia sulla bocca di tutti.
Se è cancerogeno lo sapremo in futuro. Peccato che in 20 anni la "cancerogeneità" sia emersa con forza ed evidenza.
Bersani si barcamena col solito "vedremo" così gli altri possono "fare": intanto ha consentito a Monti di fare cose che a Berlusconi non avrebbe permesso senza almeno urlare.. vedi pensioni.
Casini gongola: le sue percentuali di voto aumentano, ma per favore non lo si paragoni a chi come Craxi aspira a fare da ago della bilancia per un lungo periodo. Vuole rifare la DC? Putroppo no.
La DC aveva statisti di una levatura ormai (con la scomparsa di Scalfaro) estinti.
Bossi invece si rivergina con gli insulti: quello che stupisce è che tutti sembrano credere che lui sia stato ostaggio di Berlusconi per tutto il tempo nel quale hanno governato insieme!
La trottola della politica si muove per un energia inerziale che ormai sta esaurendosi: o i contenuti riemergono o la società civile avrà , su argomenti inaspettati, sussulti inaspettati.
Le molte dichiarazioni dei politici mainstream di questi giorni mi suggeriscono alcune considerazioni lampo.
Berlusconi confida che il segretario ideale (Alfano) dovrebbe essere un cannibale : "Angelino se li mangia tutti a colazione, pranzo e cena" e aggiunge una sua disponibilità alla Presidenza della Repubblica esito di una "grande coalizione". Inaugura così il sincretismo politico ad personam.
Bersani afferma che all'inizio Monti ha fatto quello che era urgente fare per salvare l'Italia.
Ora bisognerebbe riflettere sulle nuove misuare da adottare. Monti però replica a tutti che il governo governarà con o senza accordi con la Società Civile...vedi Mercato del Lavoro e Alta Velocità-NoTAV.
Casini afferma la sua totale accondiscendenza a quello che fa e farà Monti. Si consiglia una super decreto egualitario per cui se uno si chiama Casini non possa più parlare in pubblico...poi si attenda la replica in publico di Casini.
Bossi ha dei problemi...nella Lega o di salute. Non sappiamo: in fondo è un anziano signore che fino a ieri governava, ora è un movimentista arrabbiato.
Tutti questi politici stanno affrontando un problema: le prossime elezioni.
(...pensavate ai problemi del Paese...bagliato!)
Chi vince, che perde?
La sua è la politica del dentrificio sempre più nuovo: non è importante che funzioni, basta che sia sulla bocca di tutti.
Se è cancerogeno lo sapremo in futuro. Peccato che in 20 anni la "cancerogeneità" sia emersa con forza ed evidenza.
Bersani si barcamena col solito "vedremo" così gli altri possono "fare": intanto ha consentito a Monti di fare cose che a Berlusconi non avrebbe permesso senza almeno urlare.. vedi pensioni.
Casini gongola: le sue percentuali di voto aumentano, ma per favore non lo si paragoni a chi come Craxi aspira a fare da ago della bilancia per un lungo periodo. Vuole rifare la DC? Putroppo no.
La DC aveva statisti di una levatura ormai (con la scomparsa di Scalfaro) estinti.
Bossi invece si rivergina con gli insulti: quello che stupisce è che tutti sembrano credere che lui sia stato ostaggio di Berlusconi per tutto il tempo nel quale hanno governato insieme!
La trottola della politica si muove per un energia inerziale che ormai sta esaurendosi: o i contenuti riemergono o la società civile avrà , su argomenti inaspettati, sussulti inaspettati.
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