lunedì 13 febbraio 2012

Islanda e Grecia: capire cosa è successo

E' urgente porsi delle domande su dove il sistema degli interessi speculativi ci sta portando.

Questo articolo sull'esperienza della piccola Islanda apre a considerazioni non scontate.

La Rivoluzione silenziosa



sabato 11 febbraio 2012

Il secchio bucato dell'economia speculativa

YouTube
questo video pone delle domande che sono costantemente evitate.
Le risposte potrebbero essere trovate se i ragionamenti qui descritti trovassero dei sostenitori anche stream media e nel mondo della cultura d'impresa. Ci stiamo adeguando a subire i criteri di finanziare globali che ragionano come imprese usuraie con legittimazione etica

venerdì 10 febbraio 2012

GO ON Italia caput mundi: "Abi, nuncia, inquit, "italianis" coelestes ita velle, ut mea Italia caput orbis terrarum sit. "

Tito Livio, in Book I, ch. Sixteenth of his Histories, tells that Romulus, after his death, appeared to Giulio Procolo ordering:

-Go on, announces, - he said - to the Romans that the celestial wish that my Rome is the head of the world -.

The original Latin is:

- Abi, nuncia, inquit, Romanis coelestes ita velle, ut mea Roma caput orbis terrarum sit.

The cover of Time dedicated to our Prime Minister Mario Monti was the clearest signal of triumph and affectionate welcome that the Obama administration had prepared for Monti.

We can put Monti as Romulus and Obama as the god of the world, so we can write

Abi, complaint, inquit, "italianis" Nouvelle coelestes ita ut mea Italy caput orbis terrarum sit.

As an Italian I can be happy about this global central Italy, but realistically these many expectations put on Monti worries me.

Sure to have as energetic allied as U.S. to persuade Germany that in Europe the Germany is not only vital.

And 'the model of development that worries me a neo-liberalism with a human face that does not take account of other recipes that those dictated by the market as god who seems to be like the weather with which we can not talk, we acknowledge and suffer.

If the recipes of international politics are these I can not be optimistic.




Italia caput mundi: "Abi, nuncia, inquit, "italianis" coelestes ita velle, ut mea Italia caput orbis terrarum sit. "

Tito Livio, nel libro I, cap. XVI delle sue Storie, narra che Romolo, dopo la sua morte, apparve a Giulio Procolo ordinandogli:
-Va, annuncia, - disse - ai Romani che i celesti vogliono che la mia Roma sia capo del mondo -.
La versione originale latina è:
- Abi, nuncia, inquit, Romanis coelestes ita velle, ut mea Roma caput orbis terrarum sit.


La copertina di Time dedicata al nostro Presidente del Consiglio Mario Monti è stato il segnale più eclatante della trionfale ed affettuosa accoglienza che l'Amministrazione Obama aveva preparato per Monti.

Parafrasando (monti al posto di Romolo ed Obama come il celeste dio del mondo) potremmo scrivere

Abi, nuncia, inquit, "italianis" coelestes ita velle, ut mea Italia caput orbis terrarum sit.

Come italiano non posso che essere contento di questa centralità mondiale dell'Italia, ma realisticamente il solo fatto di appoggiare su Monti così tante aspettative mi preoccupa.
Certo avere come fattivo alleato gli USA per convincere la Germania che in Europa non esiste solo lei è fondamentale.

E' il modello di sviluppo che mi preoccupa: un neo liberismo dal volto umano che non prende in considerazione altre ricette che quelle dettate dal Nume Mercato il quale sembra essere come il tempo meteorologico col quale non si discute, si prende atto e si subisce.

Se le ricette della politica internazionale sono queste non riesco ad essere ottimista.


martedì 7 febbraio 2012

Monti ha torto

o semplicemente anche lui dice "ca...stronerie".

Fino ad ora ero convinto che le sue affermazioni sul fatto che l'Art. 18 impediva gli unvestimenti esteri in Italia fossero senza fondamento, sempre fatta salva la sua buonafede, e fossero frutto di un qualcosa che mi sfuggiva.


Ora , dopo che uno come Carlo DeBenedetti ha detto che "l'Articolo 18 non ferma gli investimenti, spero che il governo cambi idea" mi chiedo se Monti non è preparato al lavoro che gli è stato affidato o è semplicemente IDEOLOGICO senza volerlo ammettere.

La seconda ipotesi è quella giusta: ripeto NEO_liberismo dal volto umano... non tanto però.

sabato 4 febbraio 2012

"Dieci pensieri su un mondo assurdo"

La lettura di questo articolo di Ingo Schulze è semplice e disarmante.


Chi è Ingo Schulze? (Dresda, 1962) E' uno dei più famosi autori tedeschi. Il suo ultimo libro è Trentatrè attimi di felicità (Feltrinelli 2011).

"Dieci pensieri su un mondo assurdo"

Ogni giorno l'ideologia dominante ci presenta come normalità la soppressione della democrazia, la svendita dei beni comuni e i soprusi contro la collettività. Dobbiamo ricominciare a porci domande semplici. Estratti.
Non scrivo un articolo da qualcosa come tre anni, perché non sapevo cosa scrivere. È tutto così palese: la soppressione della democrazia, l'aumento del divario sociale ed economico tra poveri e ricchi, il disfacimento dello stato sociale, la privatizzazione e la conseguente applicazione delle norme del mercato a tutte le sfere della nostra vita, e così via.
Quando l'assurdo ci viene propinato ogni giorno come normale, è solo una questione di tempo prima che uno si senta malato o anomalo. Di seguito provo a riassumere alcune idee che ritengo fondamentali.
1. Parlare di assalto alla democrazia è un eufemismo. Una situazione in cui alla minoranza di una minoranza è consentito nuocere al bene di tutti per l'arricchimento di pochi, è postdemocratica. La colpa è della collettività, perché non è stata in grado di eleggere persone che tutelassero i suoi interessi.
2. Ogni giorno sentiamo che i governi dovrebbero "riconquistare la fiducia dei mercati". Con "mercati" si intendono prima di tutto le borse e i mercati finanziari, ossia quegli attori che speculano per i propri interessi o per conto di altri, con l'obiettivo di ottenere il più alto profitto possibile. Non sono gli stessi che hanno alleggerito la collettività di una quantità inimmaginabile di miliardi? È la loro fiducia che i nostri sommi rappresentanti dovrebbero cercare in ogni modo di ottenere?
3. Ci indignamo, a ragione, per la "democrazia guidata" di Vladimir Putin. Ma perché ad Angela Merkel non è stata chiesto di dimettersi, quando ha parlato di "democrazia conforme al mercato"?
4. Con il crollo del blocco orientale, alcune ideologie hanno raggiunto un'egemonia talmente incontestata da essere percepite come normali. Un esempio di questo potrebbe essere la privatizzazione, vista come qualcosa di completamente positivo. Tutto quello che possedeva la collettività era ritenuto inutile e dannoso per i clienti. Così è emerso un clima che, presto o tardi, avrebbe portato per forza all'esautorazione della collettività.
5. Un’altra ideologia che ha avuto enorme fortuna è quella della crescita: "Senza crescita non c'è nulla", ha decretato già diversi anni fa la cancelliera tedesca. Senza parlare di queste due concezioni, non si può neanche affrontare un discorso sulla crisi dell'euro.
6. Il linguaggio dei politici non è più in grado di rappresentare la realtà (avevo già vissuto una situazione simile nella Ddr). È un linguaggio che esprime sicurezza di sé, che non si sottopone più alla verifica di un interlocutore. La politica è degenerata fino a diventare uno strumento, un soffietto usato per attizzare la crescita. Il cittadino è ridotto a consumatore. Crescita di per sé non significa nulla. L’ideale della società sarebbe un playboy che nel minor tempo possibile consuma il massimo. In questo senso, una guerra comporterebbe un'impennata vertiginosa della crescita.
7. Domande ovvie come "a chi giova?", "chi ci guadagna?", sono diventate sconvenienti. Non siamo tutti sulla stessa barca? Chi dubita di ciò minaccia la pace sociale. La polarizzazione economica della società è avvenuta mentre si predicava a gran voce che abbiamo tutti gli stessi interessi. Basta fare un giro per Berlino. Nei quartieri più belli, i pochi edifici non restaurati di regola sono scuole, asili, case di riposo, piscine o ospedali. Nelle zone cosiddette "problematiche" gli edifici pubblici in rovina si notano di meno. Lì sono le fessure tra i denti che suggeriscono il livello di povertà. Oggi si dice, non senza demagogia: abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, siamo stati ingordi.
8. I nostri rappresentanti, come in passato, sbattono sistematicamente la collettività contro il muro, derubandola delle sue entrate. Il governo Schröder ha abbassato l’aliquota massima d’imposta dal 53 al 42 per cento, mentre l'aliquota per le imprese tra il 1997 e il 2009 è stata quasi dimezzata, arrivando al 29,4 per cento. Nessuno quindi dovrebbe meravigliarsi se le casse dello stato sono vuote, anche se il nostro pil cresce di anno in anno.
9. Una storia: quello che un tempo spacciavano come contrasto tra Germania dell'est e dell'ovest, oggi ci viene descritto come differenza tra paesi. Nel marzo scorso ero a Porto, in Portogallo, per la presentazione di un mio libro. A un certo punto l’atmosfera, fino a quel momento cordiale e interessata, è stata cambiata da una domanda del pubblico. Così, improvvisamente, non eravamo altro che tedeschi e portoghesi seduti gli uni di fronte agli altri che si guardavano in cagnesco.
La domanda era sgradevole: se noi, e cioè io, un tedesco, non tentassimo ora, con l’euro, quello che non eravamo riusciti a fare un tempo con i nostri panzer. Nessuno tra il pubblico ha protestato. E io ho reagito d’istinto, come era prevedibile, vale a dire da tedesco. Offeso, ho risposto che nessuno è costretto a comprarsi una Mercedes e che loro avrebbero dovuto essere contenti di ottenere prestiti più vantaggiosi di quelli privati. Mentre pronunciavo queste parole, ho colto tra le labbra il fruscio della stampa tedesca.
Nello scalpore che è seguito, sono tornato in me. E visto che avevo il microfono in mano, ho balbettato in un inglese stentato che la mia reazione era stata stupida quanto la loro, che eravamo caduti tutti nella stessa trappola, che da portoghesi e tedeschi ci eravamo schierati impulsivamente con i nostri colori nazionali, come a una partita di calcio. Come se si trattasse di tedeschi e portoghesi e non di chi sta in alto e in basso, insomma, di coloro che in Portogallo come in Germania hanno provocato questa situazione e ne hanno tratto e continuano a trarne profitto.
10. Sarebbe democrazia se la politica intervenisse con tasse, leggi e controlli sulla struttura economica esistente e costringesse gli attori dei mercati a seguire binari compatibili con gli interessi della collettività. Sono domande semplici: a chi giova? chi ci guadagna? è un bene per la collettività? E soprattutto: quale società vogliamo? Questa per me sarebbe democrazia.
Mi fermo qui. Vorrei raccontarvi altro, di un professore che ha detto di esser tornato a vedere il mondo come lo vedeva a quindici anni, o di una ricerca del Politecnico federale di Zurigo, che ha esaminato gli intrecci tra gruppi industriali per individuare a 147 compagnie che si sono spartite il mondo, e le 50 più potenti sono banche e assicurazioni. Mi piacerebbe dirvi anche che tutto dipende dal recupero del buon senso e dal trovare chi ha idee affini alle nostre, perché uno non può parlare una lingua diversa da solo. E vi direi che anch’io ho ritrovato la voglia di aprire bocca.
Traduzione di Anna Franchin

(fonte © 2012 Presseurop.eu) 

 

 



venerdì 3 febbraio 2012

La Germania? Potrebbe essere un esempio per la riforma del lavoro


Il link all'articolo del Partito Sinistra Ecologia e Libertà da alcuni spunti per una riflessione sulla riforma del maercato del lavoro alla luce delle notizie che danno il nostro Paese come l'unico a dare certe garanzie definite "arcaiche ed obsolete". La Germania ne è un esempio

giovedì 2 febbraio 2012

Il liberismo dal volto umano: Monti

Monti: i giovani si abituino a non avere un posto fisso a vita

Molti della MIA generazione si rammentano dell'illusione del comunismo dal volto umano. Ora tocca al neo liberismo dal volto umano.  Monti Lo inrcarna e sembra dire cose di buon senso invece fa da sponda a chi vuole abbattere principi di libertà duramente conquistati. L' art 18 non è un problema nè per i giovani , né per l' occupazione: è un semplice diritto della persona che lavora.