sabato 5 maggio 2012

Consigli al Dott.Bondi...visto che li chiede


Dott. Bondi buon giorno,
non so cosa ne farete di queste segnalazioni delle quali, forse, non si avrà il riscontro di invio, ma in ogni caso lo faccio per spirito civico essendo io un pubblico dipendente.

AREA ENTI LOCALI
  1. Regione- Comune- Provincia :azzerare TUTTI gli incarichi a persone o società affidati senza aver esperito una vera procedura interna di ricerca di quella professionalità all'INTERNO dell'Ente aperta a TUTTI i dipendenti.

  2. Regione- Comune- Provincia :azzerare TUTTI gli incarichi Dirigenziali diretti (Legge Bassanini) a persone che non hanno esperito un Pubblico Concorso.

  3. Comuni: ELIMINARE la figura del City Manager affidanti i sui incarichi al Segretario Comunale, presente in ogni caso.

  4. Province: Eliminare gli Organi Elettivi dei Consigli Provinciali e le relative Giunte con CONTESTUALE passaggio di tutti i dipendenti delle Province ai Comuni scelti dagli interessati e agli stessi Comuni le deleghe delle Province. 
     
  5. Regione: riduzione del 50% delle indennità percepite dai Consiglieri

  6. Regione- Comune- Provincia : eliminazione DOPPI INCARICHI Amministrazioni-Parlamento
  1. VINCOLO DI FINANZIAMENTO PRIORITARIO DEI RISPARMI OTTENUTI ALLE AREE ISTRUZIONE, ASSISTENZA E CULTURA DEI COMUNI E DELLE REGIONI.

AREA Istituzioni Parlamentari e diverse
  1. Parlamento: ridurre del 50% le indennità parlamentari vigenti con legame diretto e proporzionale alle sedute alle quali si è partecipato EFFETTIVAMENTE. Autorizzare i RIMBORSI SPESE solo a fronte di giustificativi fiscali.

  2. un centinaio di milioni annui di risparmio dal Quirinale che costa quattro volte Buckingham Palace.

  3. 22 miliardi rinunciando all'inutile TAV in Val di Susa perchè le merci non viaggeranno MAI a 300 allora ed il traffico passeggeri ha solo bisogno della manutenzione straordinaria della linea attuale,

  4. 3/4 miliardi annui con il ritorno allo Stato delle concessioni autostradali il cui utile va a società private

  5. VINCOLO DI FINANZIAMENTO PRIORITARIO DEI RISPARMI OTTENUTI ALLE AREE ISTRUZIONE, ASSISTENZA E CULTURA.

giovedì 22 marzo 2012

oggi faccio il bis: Mons. Bregantini "il lavoratore non è merce"

Condivido così tanto quello che ha detto a Famiglia Cristiana il Vescovo Giancarlo Bregantini che voglio riportarla per intero.

Monsignor Bregantini, è presidente della Commissione Lavoro della Confrenza Episcopale Italiana




Caro Bersani ti scrivo...

Caro Bersani,
quello che è successo in questi mesi denota un grande senso di responsabilità dal parte del PD, ma ci sono alcuni fatti che è impossibile non collegare.

1) il Governo Monti ha subito il veto del PDL sulla patrimoniale a " chi può dare" e non l'ha fatta, ma ha fatto una riforma delle pensioni che sicuramente riequilibra i conti, ma costringe a stare più tempo "in servizio" con conseguente difficoltà dei giovani ad entrare nel mondo del lavoro
2) il Governo Monti sta per varare una riforma che modifica (senza necessità) un diritto sancito dall'Art 18 dello Statuto dei lavoratori adducendo come motivazioni (tra le tante) che questo aiuterebbe gli investimenti stranieri in Italia: cosa palesemente infondata quando le motivazioni sono altre, come il sistema lento delle procedure burocratice e civilistiche e (aimè) la "mafia".

Ormai è del tutto evidente, deducendol dai comportamenti e non dalle parole, che chi difende LO STATO SOCIALE E LA DIGNITA' DEL LAVORO o è Cattolico o è Comunista.
Ho molto apprezzato le Parole di Rosi Bindi all'ultimo Ballarò e la sua intevista al quotidiano l'Unità di oggi.
Ma ho anche molto apprezzato le Sue di parole a Porta a Porta.
Lì Lei ha dimostrato di avere le "quid", ma milioni di persone aspettano di verificare se Lei dalle parole passerà ai fatti....in Parlamento.

Lo speriamo in moltissimi.
Poi ognuno si assumerà la responsabilità dei comportamenti, ma questa vicenda non sarà dimenticata dalla gente comune sia che facciate una scelta, sia che facciate la scelta contraria.

"Nel tutelare le ragioni dei privati, si deve avere un riguardo speciale ai deboli e ai poveri. Il ceto dei ricchi, forte per sé stesso, abbisogna meno della pubblica difesa; le misere plebi, che mancano di sostegno proprio, hanno speciale necessità di trovarlo nel patrocinio dello Stato. Perciò agli operai, che sono nel numero dei deboli e dei bisognosi, lo Stato deve di preferenza rivolgere le cure e le provvidenze su" (Papa Leone XIII, Enciclica "Rerum Novarum", n.29)


e ancora dalla dall'Enciclica "Laborem exercens" di Papa Giovanni Paolo II. 


Di fronte all'odierna realtà, nella cui struttura si trovano così profondamente inscritti tanti conflitti causati dall'uomo, e nella quale i mezzi tecnici - frutto del lavoro umano - giocano un ruolo primario (si pensi qui anche alla prospettiva di un cataclisma mondiale nell'eventualità di una guerra nucleare dalle possibilità distruttive quasi inimmaginabili), si deve prima di tutto ricordare un principio sempre insegnato dalla Chiesa. Questo è il principio della priorità del «lavoro» nei confronti del «capitale». Questo principio riguarda direttamente il processo stesso di produzione, in rapporto al quale il lavoro è sempre una causa efficiente primaria, mentre il «capitale», essendo l'insieme dei mezzi di produzione, rimane solo uno strumento o la causa strumentale. Questo principio è verità evidente che risulta da tutta l'esperienza storica dell'uomo.

Quando nel primo capitolo della Bibbia sentiamo che l'uomo deve soggiogare la terra, noi sappiamo che queste parole si riferiscono a tutte le risorse, che il mondo visibile racchiude in sé, messe a disposizione dell'uomo. Tuttavia, tali risorse non possono servire all'uomo se non mediante il lavoro. Col lavoro rimane pure legato sin dall'inizio il problema della proprietà: infatti, per far servire a sé e agli altri le risorse nascoste nella natura, l'uomo ha come unico mezzo il suo lavoro. E per poter far fruttificare queste risorse per il tramite del suo lavoro, l'uomo si appropria di piccole parti delle diverse ricchezze della natura: del sottosuolo, del mare, della terra, dello spazio. Di tutto questo egli si appropria facendone il suo banco di lavoro. Se ne appropria mediante il lavoro e per un ulteriore lavoro.

Lo stesso principio si applica alle fasi successive di questo processo, nel quale la prima fase rimane sempre la relazione dell'uomo con le risorse e con le ricchezze della natura. Tutto lo sforzo conoscitivo, tendente a scoprire queste ricchezze, a individuare le varie possibilità della loro utilizzazione da parte dell'uomo e per l'uomo, ci rende consapevoli che tutto ciò che nell'intera opera di produzione economica proviene dall'uomo, sia il lavoro come pure l'insieme dei mezzi di produzione e la tecnica collegata con essi (cioè la capacità di adoperare questi mezzi nel lavoro), suppone queste ricchezze e risorse del mondo visibile, che l'uomo trova, ma non crea. Egli le trova, in un certo senso, già pronte, preparate per la scoperta conoscitiva e per la corretta utilizzazione nel processo produttivo. In ogni fase dello sviluppo del suo lavoro, l'uomo si trova di fronte al fatto della principale donazione da parte della «natura», e cioè in definitiva da parte del Creatore. All'inizio del lavoro umano sta il mistero della creazione. Questa affermazione, già indicata come punto di partenza, costituisce il filo conduttore di questo documento, e verrà sviluppata ulteriormente nell'ultima parte delle presenti riflessioni.

La successiva considerazione dello stesso problema deve confermarci nella convinzione circa la priorità del lavoro umano in rapporto a ciò che, col passar del tempo, si è abituati a chiamare «capitale». Se infatti nell'àmbito di quest'ultimo concetto rientrano, oltre che le risorse della natura messe a disposizione dell'uomo, anche quell'insieme di mezzi, mediante i quali l'uomo se ne appropria, trasformandole a misura delle sue necessità (e in questo modo, in qualche senso, «umanizzandole»), allora già qui si deve costatare che quell'insieme di mezzi è frutto del patrimonio storico del lavoro umano. Tutti i mezzi di produzione, dai più primitivi fino a quelli ultramoderni, è l'uomo che li ha gradualmente elaborati: l'esperienza e l'intelletto dell'uomo. In questo modo sono sorti non solo gli strumenti più semplici che servono alla coltivazione della terra, ma anche - con un adeguato progresso della scienza e della tecnica - quelli più moderni e complessi: le macchine, le fabbriche, i laboratori e i computers. Così, tutto ciò che serve al lavoro, tutto ciò che costituisce - allo stato odierno della tecnica - il suo «strumento» sempre più perfezionato, è frutto del lavoro.

Questo gigantesco e potente strumento - l'insieme dei mezzi di produzione, che sono considerati, in un certo senso, come sinonimo di «capitale» -, è nato dal lavoro e porta su di sé i segni del lavoro umano. Al presente grado di avanzamento della tecnica, l'uomo, che è il soggetto del lavoro, volendo servirsi di quest'insieme di moderni strumenti, ossia dei mezzi di produzione, deve prima assimilare sul piano della conoscenza il frutto del lavoro degli uomini che hanno scoperto quegli strumenti, che li hanno programmati, costruiti e perfezionati, e che continuano a farlo. La capacità di lavoro - cioè di partecipazione efficiente al moderno processo di produzione - esige una preparazione sempre maggiore e, prima di tutto, un'adeguata istruzione. Resta chiaro ovviamente che ogni uomo, che partecipa al processo di produzione, anche nel caso che esegua solo quel tipo di lavoro, per il quale non sono necessari una particolare istruzione e speciali qualificazioni, è tuttavia in questo processo di produzione il vero soggetto efficiente, mentre l'insieme degli strumenti, anche il più perfetto in se stesso, è solo ed esclusivamente strumento subordinato al lavoro dell'uomo.

Questa verità, che appartiene al patrimonio stabile della dottrina della Chiesa, deve esser sempre sottolineata in relazione al problema del sistema di lavoro, ed anche di tutto il sistema socio-economico. Bisogna sottolineare e mettere in risalto il primato dell'uomo nel processo di produzione, il primato dell'uomo di fronte alle cose. Tutto ciò che è contenuto nel concetto di «capitale» - in senso ristretto - è solamente un insieme di cose. L'uomo come soggetto del lavoro, ed indipendentemente dal lavoro che compie, l'uomo, egli solo, è una persona. Questa verità contiene in sé conseguenze importanti e decisive.









domenica 18 marzo 2012

Cari professori Monti e Fornero, la riforma del lavoro non è un compito in classe.


Quando ieri sera ho ascoltato le parole pronunciate da Presidente del Consiglio Mario Monti, il quale esponeva il proprio pensiero davanti ad una platea di industriali riuniti a Milano da Emma Marcegaglia, ho avuto un sussulto.

Le parole, rivolte alla parti sociali, "ognuno deve cedere qualcosa rispetto al legittimo interesse di parte" e, prima di queste affermazioni, "la prossima settimana vedrà la chiusura dell'accordo sulla riforma del lavoro(...)".

Ormai siamo della fase della "illogica ideologia post moderna".

Le ideologie sono tutte cadute tra sofferenze e stragi, ma ciò che rimane assume connotazioni di "ciò che resta è per forza giusto" e, senza divise ideologiche, afferma con forza spropositata che le ricette (ed i farmaci) prescritti da chi si arroga il diritto di dettare le leggi (economiche) in Europa sono le uniche possibili.

Sembrano quasi, sia Monti che Fornero, professori che abbiano stabilito un compito in classe di matematica sui sistemi di numerazione e, senza ammetterlo, il compito verterà sul sistema decimale dimenticando che ne esistono svariati altri quali il binario, sessadecimale via di seguito.

Ma aldilà di questa disquisizione ciò che mi preme è che l'atteggiamento è esattamente quello del compito da fare del quale si può condividere all'assoluta urgenza, ma non l'imposizione dei tempi e dei contenuti.

Dire che martedì si chiude è un atto che nulla ha che vedere con la "moderazione tecnica" ma molto con "l'arroganza tecnica".

Putroppo il "professore precedente" era Silvio Berlusconi: più propenso a tagliare corto sui problemi della crisi in atto da almeno tre anni e quindi grazie a lui, che affermava che la crisi non esisteva, siamo in questo disastro.

Non solo siamo vittime di tempi tiranni imposti da un Europa che ragiona solo sulla carta e sulla Borsa, ma anche di un'idelogia, ancora ben radicata, che suddivide tra chi è conservatore e chi è riformista.
 Il conservatore è un retrorado che non vuole la modernità e quindi la crescita, il riformatore colui che vuole la modernità e quindi lavora per la crescita.
Possibile che non si ragioni sui contenuti?
 Su ciò che si vuole conservare e ciò che si vuole demolire per far posto a "qualcosa d'altro" di cui non si conoscono gli effetti reali?
Un piccolissimo ragionamento.
Il sistema delle flassibilità contrattuali introdotte da povero Enzo Biagi dovevano essere il toccasana per il mondo del lavoro. Lo dicevano in tanti, ma altrettanti avvertivano che sarebbe stata la "precarizzazione" del sitema lavoro ed i giovani non avrebbero potuto contare su un futuro.

Ora anche i suoi sostenitori ammettono (quasi tutti) che c'è un'eccessiva precarizzazione. Non ostante questo si continua a spingere in una direzione nella quale l'economia conta di più della coesione sociale e delle relazioni tra persone.

L'deale sembra essere che la chiesa "mercato" sia sempre contenta, il minstro "Borsa" sia sempre in attivo, il rito "lavoro" anche di Domenica così ciò che un tempo si chiamava famiglia in futuro potrà chiamarsi
"aggrezione di soggetti umani con interessi in comune".


venerdì 16 marzo 2012

Operai FIAT & Operai Volkswagen

Ho lavorato 19 anni nel gruppo FIAT, fino al 1999. 

Questa intervista "stile jene"

ad un operaia FIAT ed ad un operaio Volkswagen è da ascoltare... 
poi quando l'avete ascoltata una volta, rifatelo


domenica 4 marzo 2012

La Domenica non ha prezzo

Questo articolo esprime anche il mio punto di vista

La Domenica è per tutti

La Tavola della Politica: Alfano cannibale, Bersani a dieta, Casini cameriere, Bossi mangiasigari

Il titolo è scherzoso: l'argomento no.

Le molte dichiarazioni dei politici mainstream di questi giorni mi suggeriscono alcune considerazioni lampo.


Berlusconi confida che il segretario ideale (Alfano) dovrebbe essere un cannibale : "Angelino se li mangia tutti a colazione, pranzo e cena" e aggiunge una sua disponibilità alla Presidenza della Repubblica esito di una "grande coalizione". Inaugura così il sincretismo politico ad personam.

Bersani afferma che all'inizio Monti ha fatto quello che era urgente fare per salvare l'Italia.
Ora bisognerebbe riflettere sulle nuove misuare da adottare. Monti però replica a tutti che il governo governarà con o senza accordi con la Società Civile...vedi Mercato del Lavoro e Alta Velocità-NoTAV.

Casini afferma la sua totale accondiscendenza a quello che fa e farà Monti. Si consiglia una super decreto egualitario per cui se uno si chiama Casini non possa più parlare in pubblico...poi si attenda la replica in publico di Casini.

Bossi ha dei problemi...nella Lega o di salute. Non sappiamo: in fondo è un anziano signore che fino a ieri governava, ora è un movimentista arrabbiato.

Tutti questi politici stanno affrontando un problema: le prossime elezioni.
(...pensavate ai problemi del Paese...bagliato!)
Chi vince, che perde?

Berlusconi si rivergina col solito marketing creativo: cambio nome al Partito.
La sua è la politica del dentrificio sempre più nuovo: non è importante che funzioni, basta che sia sulla bocca di tutti.
Se è cancerogeno lo sapremo in futuro. Peccato che in 20 anni la "cancerogeneità" sia emersa con forza ed evidenza.

Bersani si barcamena col solito "vedremo" così gli altri possono "fare": intanto ha consentito a Monti di fare cose che  a Berlusconi non avrebbe permesso senza almeno urlare.. vedi pensioni.

Casini gongola: le sue percentuali di voto aumentano, ma per favore non lo si paragoni a chi come Craxi aspira a fare da ago della bilancia per un lungo periodo. Vuole rifare la DC? Putroppo no.
La DC aveva statisti di una levatura ormai (con la scomparsa di Scalfaro) estinti.

Bossi invece si rivergina con gli insulti: quello che stupisce è che tutti sembrano credere che lui sia stato ostaggio di Berlusconi per tutto il tempo nel quale hanno governato insieme!

La trottola della politica si muove per un energia inerziale che ormai sta esaurendosi: o i contenuti riemergono o la società civile avrà , su argomenti inaspettati, sussulti inaspettati.


lunedì 13 febbraio 2012

Islanda e Grecia: capire cosa è successo

E' urgente porsi delle domande su dove il sistema degli interessi speculativi ci sta portando.

Questo articolo sull'esperienza della piccola Islanda apre a considerazioni non scontate.

La Rivoluzione silenziosa



sabato 11 febbraio 2012

Il secchio bucato dell'economia speculativa

YouTube
questo video pone delle domande che sono costantemente evitate.
Le risposte potrebbero essere trovate se i ragionamenti qui descritti trovassero dei sostenitori anche stream media e nel mondo della cultura d'impresa. Ci stiamo adeguando a subire i criteri di finanziare globali che ragionano come imprese usuraie con legittimazione etica

venerdì 10 febbraio 2012

GO ON Italia caput mundi: "Abi, nuncia, inquit, "italianis" coelestes ita velle, ut mea Italia caput orbis terrarum sit. "

Tito Livio, in Book I, ch. Sixteenth of his Histories, tells that Romulus, after his death, appeared to Giulio Procolo ordering:

-Go on, announces, - he said - to the Romans that the celestial wish that my Rome is the head of the world -.

The original Latin is:

- Abi, nuncia, inquit, Romanis coelestes ita velle, ut mea Roma caput orbis terrarum sit.

The cover of Time dedicated to our Prime Minister Mario Monti was the clearest signal of triumph and affectionate welcome that the Obama administration had prepared for Monti.

We can put Monti as Romulus and Obama as the god of the world, so we can write

Abi, complaint, inquit, "italianis" Nouvelle coelestes ita ut mea Italy caput orbis terrarum sit.

As an Italian I can be happy about this global central Italy, but realistically these many expectations put on Monti worries me.

Sure to have as energetic allied as U.S. to persuade Germany that in Europe the Germany is not only vital.

And 'the model of development that worries me a neo-liberalism with a human face that does not take account of other recipes that those dictated by the market as god who seems to be like the weather with which we can not talk, we acknowledge and suffer.

If the recipes of international politics are these I can not be optimistic.




Italia caput mundi: "Abi, nuncia, inquit, "italianis" coelestes ita velle, ut mea Italia caput orbis terrarum sit. "

Tito Livio, nel libro I, cap. XVI delle sue Storie, narra che Romolo, dopo la sua morte, apparve a Giulio Procolo ordinandogli:
-Va, annuncia, - disse - ai Romani che i celesti vogliono che la mia Roma sia capo del mondo -.
La versione originale latina è:
- Abi, nuncia, inquit, Romanis coelestes ita velle, ut mea Roma caput orbis terrarum sit.


La copertina di Time dedicata al nostro Presidente del Consiglio Mario Monti è stato il segnale più eclatante della trionfale ed affettuosa accoglienza che l'Amministrazione Obama aveva preparato per Monti.

Parafrasando (monti al posto di Romolo ed Obama come il celeste dio del mondo) potremmo scrivere

Abi, nuncia, inquit, "italianis" coelestes ita velle, ut mea Italia caput orbis terrarum sit.

Come italiano non posso che essere contento di questa centralità mondiale dell'Italia, ma realisticamente il solo fatto di appoggiare su Monti così tante aspettative mi preoccupa.
Certo avere come fattivo alleato gli USA per convincere la Germania che in Europa non esiste solo lei è fondamentale.

E' il modello di sviluppo che mi preoccupa: un neo liberismo dal volto umano che non prende in considerazione altre ricette che quelle dettate dal Nume Mercato il quale sembra essere come il tempo meteorologico col quale non si discute, si prende atto e si subisce.

Se le ricette della politica internazionale sono queste non riesco ad essere ottimista.


martedì 7 febbraio 2012

Monti ha torto

o semplicemente anche lui dice "ca...stronerie".

Fino ad ora ero convinto che le sue affermazioni sul fatto che l'Art. 18 impediva gli unvestimenti esteri in Italia fossero senza fondamento, sempre fatta salva la sua buonafede, e fossero frutto di un qualcosa che mi sfuggiva.


Ora , dopo che uno come Carlo DeBenedetti ha detto che "l'Articolo 18 non ferma gli investimenti, spero che il governo cambi idea" mi chiedo se Monti non è preparato al lavoro che gli è stato affidato o è semplicemente IDEOLOGICO senza volerlo ammettere.

La seconda ipotesi è quella giusta: ripeto NEO_liberismo dal volto umano... non tanto però.

sabato 4 febbraio 2012

"Dieci pensieri su un mondo assurdo"

La lettura di questo articolo di Ingo Schulze è semplice e disarmante.


Chi è Ingo Schulze? (Dresda, 1962) E' uno dei più famosi autori tedeschi. Il suo ultimo libro è Trentatrè attimi di felicità (Feltrinelli 2011).

"Dieci pensieri su un mondo assurdo"

Ogni giorno l'ideologia dominante ci presenta come normalità la soppressione della democrazia, la svendita dei beni comuni e i soprusi contro la collettività. Dobbiamo ricominciare a porci domande semplici. Estratti.
Non scrivo un articolo da qualcosa come tre anni, perché non sapevo cosa scrivere. È tutto così palese: la soppressione della democrazia, l'aumento del divario sociale ed economico tra poveri e ricchi, il disfacimento dello stato sociale, la privatizzazione e la conseguente applicazione delle norme del mercato a tutte le sfere della nostra vita, e così via.
Quando l'assurdo ci viene propinato ogni giorno come normale, è solo una questione di tempo prima che uno si senta malato o anomalo. Di seguito provo a riassumere alcune idee che ritengo fondamentali.
1. Parlare di assalto alla democrazia è un eufemismo. Una situazione in cui alla minoranza di una minoranza è consentito nuocere al bene di tutti per l'arricchimento di pochi, è postdemocratica. La colpa è della collettività, perché non è stata in grado di eleggere persone che tutelassero i suoi interessi.
2. Ogni giorno sentiamo che i governi dovrebbero "riconquistare la fiducia dei mercati". Con "mercati" si intendono prima di tutto le borse e i mercati finanziari, ossia quegli attori che speculano per i propri interessi o per conto di altri, con l'obiettivo di ottenere il più alto profitto possibile. Non sono gli stessi che hanno alleggerito la collettività di una quantità inimmaginabile di miliardi? È la loro fiducia che i nostri sommi rappresentanti dovrebbero cercare in ogni modo di ottenere?
3. Ci indignamo, a ragione, per la "democrazia guidata" di Vladimir Putin. Ma perché ad Angela Merkel non è stata chiesto di dimettersi, quando ha parlato di "democrazia conforme al mercato"?
4. Con il crollo del blocco orientale, alcune ideologie hanno raggiunto un'egemonia talmente incontestata da essere percepite come normali. Un esempio di questo potrebbe essere la privatizzazione, vista come qualcosa di completamente positivo. Tutto quello che possedeva la collettività era ritenuto inutile e dannoso per i clienti. Così è emerso un clima che, presto o tardi, avrebbe portato per forza all'esautorazione della collettività.
5. Un’altra ideologia che ha avuto enorme fortuna è quella della crescita: "Senza crescita non c'è nulla", ha decretato già diversi anni fa la cancelliera tedesca. Senza parlare di queste due concezioni, non si può neanche affrontare un discorso sulla crisi dell'euro.
6. Il linguaggio dei politici non è più in grado di rappresentare la realtà (avevo già vissuto una situazione simile nella Ddr). È un linguaggio che esprime sicurezza di sé, che non si sottopone più alla verifica di un interlocutore. La politica è degenerata fino a diventare uno strumento, un soffietto usato per attizzare la crescita. Il cittadino è ridotto a consumatore. Crescita di per sé non significa nulla. L’ideale della società sarebbe un playboy che nel minor tempo possibile consuma il massimo. In questo senso, una guerra comporterebbe un'impennata vertiginosa della crescita.
7. Domande ovvie come "a chi giova?", "chi ci guadagna?", sono diventate sconvenienti. Non siamo tutti sulla stessa barca? Chi dubita di ciò minaccia la pace sociale. La polarizzazione economica della società è avvenuta mentre si predicava a gran voce che abbiamo tutti gli stessi interessi. Basta fare un giro per Berlino. Nei quartieri più belli, i pochi edifici non restaurati di regola sono scuole, asili, case di riposo, piscine o ospedali. Nelle zone cosiddette "problematiche" gli edifici pubblici in rovina si notano di meno. Lì sono le fessure tra i denti che suggeriscono il livello di povertà. Oggi si dice, non senza demagogia: abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, siamo stati ingordi.
8. I nostri rappresentanti, come in passato, sbattono sistematicamente la collettività contro il muro, derubandola delle sue entrate. Il governo Schröder ha abbassato l’aliquota massima d’imposta dal 53 al 42 per cento, mentre l'aliquota per le imprese tra il 1997 e il 2009 è stata quasi dimezzata, arrivando al 29,4 per cento. Nessuno quindi dovrebbe meravigliarsi se le casse dello stato sono vuote, anche se il nostro pil cresce di anno in anno.
9. Una storia: quello che un tempo spacciavano come contrasto tra Germania dell'est e dell'ovest, oggi ci viene descritto come differenza tra paesi. Nel marzo scorso ero a Porto, in Portogallo, per la presentazione di un mio libro. A un certo punto l’atmosfera, fino a quel momento cordiale e interessata, è stata cambiata da una domanda del pubblico. Così, improvvisamente, non eravamo altro che tedeschi e portoghesi seduti gli uni di fronte agli altri che si guardavano in cagnesco.
La domanda era sgradevole: se noi, e cioè io, un tedesco, non tentassimo ora, con l’euro, quello che non eravamo riusciti a fare un tempo con i nostri panzer. Nessuno tra il pubblico ha protestato. E io ho reagito d’istinto, come era prevedibile, vale a dire da tedesco. Offeso, ho risposto che nessuno è costretto a comprarsi una Mercedes e che loro avrebbero dovuto essere contenti di ottenere prestiti più vantaggiosi di quelli privati. Mentre pronunciavo queste parole, ho colto tra le labbra il fruscio della stampa tedesca.
Nello scalpore che è seguito, sono tornato in me. E visto che avevo il microfono in mano, ho balbettato in un inglese stentato che la mia reazione era stata stupida quanto la loro, che eravamo caduti tutti nella stessa trappola, che da portoghesi e tedeschi ci eravamo schierati impulsivamente con i nostri colori nazionali, come a una partita di calcio. Come se si trattasse di tedeschi e portoghesi e non di chi sta in alto e in basso, insomma, di coloro che in Portogallo come in Germania hanno provocato questa situazione e ne hanno tratto e continuano a trarne profitto.
10. Sarebbe democrazia se la politica intervenisse con tasse, leggi e controlli sulla struttura economica esistente e costringesse gli attori dei mercati a seguire binari compatibili con gli interessi della collettività. Sono domande semplici: a chi giova? chi ci guadagna? è un bene per la collettività? E soprattutto: quale società vogliamo? Questa per me sarebbe democrazia.
Mi fermo qui. Vorrei raccontarvi altro, di un professore che ha detto di esser tornato a vedere il mondo come lo vedeva a quindici anni, o di una ricerca del Politecnico federale di Zurigo, che ha esaminato gli intrecci tra gruppi industriali per individuare a 147 compagnie che si sono spartite il mondo, e le 50 più potenti sono banche e assicurazioni. Mi piacerebbe dirvi anche che tutto dipende dal recupero del buon senso e dal trovare chi ha idee affini alle nostre, perché uno non può parlare una lingua diversa da solo. E vi direi che anch’io ho ritrovato la voglia di aprire bocca.
Traduzione di Anna Franchin

(fonte © 2012 Presseurop.eu) 

 

 



venerdì 3 febbraio 2012

La Germania? Potrebbe essere un esempio per la riforma del lavoro


Il link all'articolo del Partito Sinistra Ecologia e Libertà da alcuni spunti per una riflessione sulla riforma del maercato del lavoro alla luce delle notizie che danno il nostro Paese come l'unico a dare certe garanzie definite "arcaiche ed obsolete". La Germania ne è un esempio

giovedì 2 febbraio 2012

Il liberismo dal volto umano: Monti

Monti: i giovani si abituino a non avere un posto fisso a vita

Molti della MIA generazione si rammentano dell'illusione del comunismo dal volto umano. Ora tocca al neo liberismo dal volto umano.  Monti Lo inrcarna e sembra dire cose di buon senso invece fa da sponda a chi vuole abbattere principi di libertà duramente conquistati. L' art 18 non è un problema nè per i giovani , né per l' occupazione: è un semplice diritto della persona che lavora.

martedì 31 gennaio 2012

Mario Monti gradito?

Credo che porsi la domanda se Mario Monti sia gradito o no porta ad una mappatura della situazione interessante. Naturalmente taglierò le cose con "l'accetta" perchè un'analisi approfondita necessiterebbe di dati che non ho. Iniziamo da questo sondaggio .

Il titolo pone già una pregiudiziale "piazza si o no?" .

Questo porta già l'intervistato a valutare le proteste e Monti in una luce più complessa che lo costringe ad esternare il suo concetto di protesta... e molti non amano protestare in piazza. La valutazione dei provvedimenti in sè, fin'ora, è stata valutata molto benevolmente dalla stampa non schierata con Berlusconi o con la Lega: troppo direi. 

La botta sulle pensioni ha avuto la "sua piazza", ma nulla è cambiato.
Il decreto Sviluppa Italia ha ancora la sua Piazza, ma qualcosina , poco-poco, è cambiato o almeno così è stato dato ad intendere.

Sul Mercato del Lavoro sembra che si parlino due lingue diverse: da un lato "il Ministro" Fornero , dall'altra i TRE sindacati rinsaviti ed uniti.

Il metodo però è sempre lo stesso: "la casa brucia, si fa come dice Monti". 
Sono persuaso che queto metodo porterà a far pagare moltissimo chi ha sempre pagato moltissimo. Senza mettere in conto che "i forconi non ideologici" sono dietro l'angolo e quando non si tirerà più a fine mese sarà del tutto inutile appellarsi alla moderazione.

Tutto questo grazie ad un precedente Governo allegro e distratto che non ha voluto preccuparsi delle cose importanti già tre anni fa ad un centro sinistra che non sa ragionare sui programmi insieme e non ha un leader condiviso.

Il test sarà la riforma elettorale.
Se il Parlamento procederà alla riforma (spero in senso proporzionale) sarà un piccolo segnale di buona volontà da parte di Monti e del Parlamento,
diversamente Monti sarà sempre più un Commissario dell'Italia che non ha smesso l'abito del commissario europeo.

Forse però è priprio questo che gli da autorità in Europa e negli USA.

Devo dire che non è quello che speravo.

PS: Forse se avesse fatto una vera patrimoniale sul 10% degli italiani che possiedono l'87% della ricchezza italiana avrei scritto cose molto diverse.


giovedì 26 gennaio 2012

Diritto allo Studio

Mi è appena arrivata notizia di una interrogazione parlamentare presentata dall'On. DiPietro e Zazzera sul DIRITTO ALLO STUDIO che vuole una risposta dal Ministro dell'Istruzione e da quello dell'economia sulla grave situazione delle borse di studio universitarie, tagliate in modo tale che molto studenti non possono più permetersi la permanenza nelle residenze univesitarie.

L'EDISU di Torino  e le residenze  sono in tensione.

E' putroppo doloroso constatare che la tanto agognata meritocrazia riprenda la strada (poco per volta) che "merito e soldi" siano da possedere insieme.

Edisu e Regione Piemonte: sfratto agli studenti


lunedì 23 gennaio 2012

Monti ha già detto

Lunedì 23 gennaio

Il Presidente del Consiglio Monti è particolarmente presente sui giornali ed in televisione. Quello che più ripete (.. più viene enfatizzato dai media) è:

1) quello che facciamo ha un disegno meditato e che non può essere modificato, in altre parole : "non toccate il manovratore che sa dove andare";

2) l'art 18 non può essere un "tabù", non vi possono essere tabù nel confronto tra le parti.... Rimane da chiedersi, con onestà intellettuale, perchè l'operato della sua azione di governo non si può discutere, proprio come i tabù che lui "detesta".

Ho la netta sensazione che "il governo tecnico" abbia una sua specifica IDEOLOGIA che informa tutte le sue scelte: lo chiamano liberismo?
Ma nel liberismo c'è un tabù ancora più grande dello sventurato art 18 ed è il "mercato" che sembra, in questa concezione liberista, un essere senziente e vivo e non , come è, una conseguenza di scelte precise di persone precise con una idea precisa nella testa.
Non è che noi dipendiamo dai mercati, ma sono i mercati che dovrebbero dipendere da noi e dalle nostre scelte.
Oggi inizia il confronto







domenica 22 gennaio 2012

A ciascun giorno la sua idea

Oggi inauguro il mio nuovo blog. Niente di nuovo, naturalmente! solo che io non ho mai creato un blog ed invece oggi l'ho fatto. Perchè? Semplice: ogni giorno ascolto, leggo, vedo molte cose e, durante il giorno, una in particolare mi rimane in testa. Su "questa cosa": notizia, fatto, avvenimento, pettegolezzo... vorrei condividere con voi, con chi vorrà leggermi quello che è il mio semplice punto di vista.

Today I inaugurate my new blog. There is nothing new, of course! Except that I never created a blog and instead just made it today. Why? Simple: every day I listen, read, and I see a lot of things during the day, one in particular remains in my head. On "this thing": news, facts, events, gossip ... I want to share with those who want to read what is my simple point of view.